Var-Spal, le ultime giornate hanno lasciato il segno

05.03.2019 23:36 di  Tutto Spal   vedi letture
Var-Spal, le ultime giornate hanno lasciato il segno
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© foto di Federico De Luca
Dopo lo scorso anno si pensava forse inconsciamente che tutto l’ambiente calcistico avesse ormai quasi assorbito l’introduzione della tecnologia, ma le ultime giornate di campionato -sottolinea estense.com- stanno dimostrando il contrario. In particolare i biancoazzurri hanno vissuto sulla propria pelle alcune delle più grandi estremizzazioni che il protocollo Var prevede, non ultima quella in occasione della rete annullata a Sergio Floccari. La casistica è talmente particolare che va analizzata nella sua interezza, senza ricadere nelle facilonerie di improbabili complotti di palazzo ai danni di Antenucci e compagni ma anzi mettendo bene a fuoco in prima istanza ciò che recita il regolamento. Per quanto riguarda il fuorigioco, compresa la sua definizione di ‘attivo’ ecco ciò che si legge: “Un calciatore in posizione di fuorigioco nel momento in cui il pallone viene giocato o toccato da un suo compagno deve essere punito soltanto se viene coinvolto nel gioco attivo interferendo con il gioco, giocando o toccando il pallone passato o toccato da un compagno oppure interferendo con un avversario impedendogli di giocare o di essere in grado di giocare il pallone; ostruendogli chiaramente la linea di visione; contendendogli il pallone, tentando chiaramente di giocare il pallone che gli è vicino quando questa azione impatta sull’avversario; facendo un’evidente azione che chiaramente impatta sulla capacità dell’avversario di giocare il pallone oppure traendo vantaggio (da tale posizione) interferendo con un avversario…”. Andando poi più in profondità sul capitolo Var, viene in soccorso l’ex arbitro Luca Marelli che nel suo blog spiega i concetti che sembrano applicarsi perfettamente a quanto successo in Spal-Sampdoria: “Il sistema (di rilevazione 3D del fuorigioco che ha debuttato negli ultimi Campionati Mondiali, ndr) si basa sulla proiezione dall’alto verso il basso di qualsiasi parte del corpo non aderente al terreno di gioco, in modo da togliere ogni dubbio sulla posizione regolare o meno di qualsiasi attaccante. Va inoltre sottolineato come il criterio di ‘chiaro ed evidente errore’ non si applichi alla casistica del fuorigioco: se c’è il Var lo deve segnalare altrimenti si lascia proseguire l’azione”. Dopo aver ben chiaro ciò al quale gli arbitri devono attenersi, va vivisezionato l’episodio in sé con Andrea Petagna come protagonista. Al momento della battuta di Kurtic, l’attaccante parte in fuorigioco. Su questo non si discute. Il fatto che in posizione irregolare ci finisca parte della spalla rende solo più amara la constatazione finale, ma resta l’irregolarità della posizione. Il punto centrale della discussione è il successivo: in che modo l’offside di Petagna diventa attivo influendo nell’azione? Qui si possono solo fare supposizioni e anche questo rende l’idea della difficoltà della decisione presa da Pasqua. L’attaccante indubbiamente partecipa alla mischia in area saltando per tentare di colpire il pallone, ‘contendendolo’ quindi per poi nel ricadere andare ad impattare contro un avversario ed è proprio questo che si pensa possa aver indotto l’arbitro ad annullare la rete. Trattasi di una questione però davvero più di forma che di sostanza effettiva considerando come Petagna influisca in maniera esigua sull’azione di gioco. Proprio su questo aspetto infine dovrebbe concentrarsi una profonda riflessione da parte di tifosi e addetti ai lavori. Dando per assodato che il Var o lo si usa anche in questi casi infinitesimali oppure tanto varrebbe toglierla del tutto (i discorsi su un fantomatico ‘eccesso di Var’ lasciano il tempo che trovano), il mondo calcistico italiano vuole davvero l’ausilio della tecnologia la cui presenza per forza va ad impattare sull’aspetto più viscerale di questo sport ovvero l’emozione? Un Var ‘troppo’ perfetto come, estremizzando, si è visto in Spal–Sampdoria è alla portata della cultura sportiva italiana oppure, tutto sommato, quei piccoli errori arbitrali sui quali si è quasi sempre sorvolato improvvisamente ci mancano? Aldilà di come la si possa pensare, nel suo piccolo Ferrara ha comunque dato esempio di grande civiltà ieri con la protesta tanto impattante quanto intelligente della curva ovest e le dichiarazione distensive nel post partita di mister Semplici. Tecnologia o meno c’è ancora una salvezza da conquistare, con l’utopica speranza che un giorno siano solo le gesta dei ventidue in campo a far parlare.